La situazione occupazionale in Italia e le difficoltà nel processo di selezione del personale

  • April 22nd, 2024
La situazione occupazionale in Italia e le difficoltà nel processo di selezione del personale

La situazione occupazionale in Italia, negli ultimi anni, ha rappresentato una sfida unica per le aziende del paese, che spesso si trovano ad affrontare la mancanza di candidati con le competenze necessarie per soddisfare i requisiti specifici del mercato del lavoro italiano.

Secondo fonti EURES, la situazione del mercato del lavoro in Italia è caratterizzata da una notevole diversificazione, con regioni settentrionali fortemente industrializzate e il Sud del paese concentrato principalmente sulle attività agricole e turistiche. I settori che contribuiscono maggiormente al PIL sono i servizi (valutati circa 291.807 milioni di euro), il settore manifatturiero (valutato circa 75.677 milioni di euro), le costruzioni (valutate circa 21.586 milioni di euro) e l'agricoltura (valutata circa 7.609 milioni di euro).

Attualmente, l'Italia mostra un quadro complesso e mutevole, secondo l'Istat. Da un lato, si registra un aumento dell'occupazione, con un tasso che sale al 61,5% (+0,2 punti rispetto al secondo trimestre 2023), dove la crescita è trainata soprattutto dai dipendenti a tempo indeterminato (+75 mila) e dagli indipendenti (+10 mila), mentre i dipendenti a termine continuano a diminuire (-19 mila).

Dall'altro lato, persiste un problema di mismatch tra domanda e offerta di lavoro. Le aziende lamentano la difficoltà di reperire personale qualificato, soprattutto personale che possieda una conoscenza approfondita nelle aree tecniche e scientifiche. Secondo Unioncamere, tecnici altamente qualificati in meccanica sono introvabili e tra le figure più ricercate troviamo ingegneri informatici, infermieri, geometri, idraulici, farmacisti e tecnici programmatori.

Parallelamente, il tasso di disoccupazione totale è stabile al 7,2%, composto da una percentuale nelle regioni meridionali che è circa tre volte quello del Nord, mentre quello giovanile sale al 21,8%.

In questo articolo esploreremo le sfide specifiche di questa situazione e come un'agenzia di ricerca e selezione del personale efficace può essere un prezioso alleato nel superare queste sfide nel contesto italiano.

Le sfide specifiche della crisi occupazionale in Italia

La mancanza di competenze nelle aziende italiane, nel 2022, è costata quasi 38 miliardi di euro di “affari persi”, occasioni mancate, mercati non raggiunti.

L'Italia si trova di fronte a una serie di sfide nel suo mercato del lavoro negli ultimi anni. Tra le più preoccupanti vi è il calo costante della popolazione, che ha raggiunto un minimo storico nel gennaio 2023 con 58.850.717 abitanti, andando ad avere un impatto negativo sulla crescita economica del paese, colpendo soprattutto il Mezzogiorno, con particolare evidenza in Molise, Basilicata e Calabria.

Questo dato ha comportato e comporterà una riduzione della forza lavoro disponibile, mettendo a rischio la sostenibilità dei sistemi pensionistici e sanitari, in quanto meno persone attive dovranno supportare una popolazione più anziana in crescita.

A preoccupare sempre di più l'andamento, è la trasformazione verso la New Economy, la crescente digitalizzazione e le mutevoli dinamiche economiche e di mercato che possono innescare rapidi cambiamenti, generando una carenza di competenze di alto livello in settori specifici. Questo fenomeno, noto come "Mismatch" o carenza di competenze, si verifica quando le aziende non riescono a trovare il profilo ricercato adeguato per determinate posizioni lavorative.

Le cause di questo mismatch sono diverse. Abbiamo già evidenziato come la denatalità possa essere negativa per l'economia e che possa portare a una diminuzione della forza lavoro, ma le cause si rivolgono anche in altre aree, quali lo sviluppo continuo di innovazioni tecnologiche, che richiedono nuove competenze, la produttività e salari, che non crescono ed il sistema di formazione, non sempre in linea con le esigenze delle imprese.

L'Italia difatti, dal 2018 al 2023 ha più che raddoppiato il gap tra offerte di lavoro e personale qualificato, a differenza di molti altri paesi quali ad esempio Romania, Polonia e Ungheria che sono invece riuscite a contrastare il differenziale tra domanda ed offerta, sviluppando una popolazione sempre più rivolta ad un apprendimento di nuove competenze.

Scendendo più nel dettaglio sulle figure più difficili da trovare in Italia, secondo il Bollettino annuale 2023 del sistema informativo Excelsior emergono che alti profili specializzati e tecnici presentano tassi di carenza particolarmente elevati. Tra questi abbiamo:

-Ingegneri dell'informazione, che presentano un tasso di criticità dell'80,7% su poco meno di 5.000 entrate programmate;

-Professioni sanitarie infermieristiche ed ostetriche registrano un'80,3% di difficoltà su 42.000 ricerche aziendali;

-Tecnici delle costruzioni civili mostrano un alto tasso di difficoltà, con il 79,3% di criticità rispetto alle oltre 8.000 assunzioni previste.

Mentre per i laureati nell'indirizzo sanitario e paramedico, il mismatch è pari al 67,5% delle entrate programmate e per i qualificati professionali nell'indirizzo meccanico siamo al 57,9%.

Un'altro problema che oggi si riscontra è che, tra le figure under 30, risultano introvabili idraulici, farmacisti, elettricisti nelle costruzioni civili e tecnici programmatori, con percentuali di carenza tutte oltre il 70%.

Le previsioni per il fabbisogno occupazionale dunque indicano una richiesta significativa nei settori dei servizi, dell'industria e dell'agricoltura per i prossimi anni.

Anche evidenziato da uno studio Inapp, nonostante dal 2018 al 2022 la percentuale di imprese che domanda nuovo personale è raddoppiata, passando del 9,3% al 18,9%, secondo un'indagine su 30 mila imprese italiane, vi è una forte disallineamento tra domanda ed offerta.

Tra le aziende prese in considerazione difatti, circa il 37% cerca, senza risultati promettenti, principalmente operai specializzati, ovvero tecnici specializzati dell’industria estrattiva, dell’edilizia e della manutenzione degli edifici, metalmeccanici specializzati ed installatori e manutentori di attrezzature elettriche ed elettroniche. Dall'altro lato, lo stesso studio ha individuato anche un mismatch nel settore del personale non qualificato, dove circa il 21% delle imprese che domanda nuovo personale è alla ricerca di facchini, addetti alle consegne, addetti alla pulizia dei veicoli, bidelli, braccianti agricoli oppure manovali, senza trovare soluzioni adeguate.

Questi mismatch rappresentano alcuni dei principali ostacoli allo sviluppo economico italiano. Molte offerte, difatti, rimangono in processo di ricerca a causa della mancanza di professionisti qualificati o di un allineamento tra domanda e offerta di lavoro. Settori come l'ICT e l'Energia mostrano un tasso di offerte non soddisfatte superiore al 50%, compromettendo lo sviluppo dei business.

Affrontare questa sfida richiede politiche che agevolino non solo l'allineamento tra offerta e domanda di lavoro, ma anche il ritorno dei talenti italiani dall'estero e semplifichino le assunzioni di talenti stranieri. Uno dei sintomi difatti di cui l'Italia soffre è la cosiddetta fuga di cervelli, che complica la ricerca di personale.

L'approccio dell'international recruiting in ottica di talent acquisition e il supporto delle società di ricerca e selezione di personale qualificato potrebbe essere una soluzione, sfruttando anche le agevolazioni fiscali per i lavoratori rimpatriati.

Per maggiori informazioni a riguardo è possibile consultare il blog ed il sito web di RED. Recruitment.

Le soluzioni a livello nazionale

Affrontare le sfide delle crisi delle competenze richiede un approccio umano e strategico da parte delle aziende.

La trasformazione digitale, se da una parte mette in pericolo la stabilità nel lungo termine delle posizioni lavorative, può anche creare nuove opportunità di lavoro tramite processi di evoluzione ed adattamento ai cambiamenti del mercato, portando alla nascita di nuove competenze.

Diverse sono le strategie istituzionali che possono essere adottate per affrontare il mismatch tra competenze richieste dal mercato del lavoro e quelle disponibili.

Tra le varie misure utilizzate per favorire l'allineamento tra domanda e offerta di lavoro, gli incentivi all'occupazione giocano un ruolo cruciale, con interventi progettati in modo sistematico e a lungo termine per garantire risultati duraturi.

Nonostante attualmente siano ancora relativamente poche le imprese che usufruiscono di tali incentivi (meno del 30%), tra quelli più diffusi e efficaci vi è l'incentivo per l'assunzione con contratto di apprendistato, adottato dal 44% delle imprese.

Altri incentivi sono la Decontribuzione Sud (utilizzata dal 29,4% delle imprese) e quelli per l'assunzione dei giovani under 36 (scelti dal 26,1% delle imprese) che, sebbene agiscano sul versante della domanda di lavoro, hanno un impatto limitato sulle sfide emergenti sul versante dell'offerta di competenze.

Si sottolinea inoltre l'importanza di potenziare i servizi di orientamento professionale, accompagnando e sostenendo i giovani nella definizione e realizzazione dei loro progetti di vita, dalla scelta degli studi e della formazione professionale fino alla ricerca effettiva di lavoro. Questo sviluppo è essenziale per garantire un adeguato allineamento tra le competenze acquisite e le esigenze del mercato del lavoro, non solo nel tempo presente, ma, guardando in un'ottica di lungo termine, questo creerebbe benefici per le generazioni future.

Molto importante, lato aziende, è che queste si mettano in ascolto dei propri dipendenti e comprendano le loro esigenze presenti e future. Questo significa non solo identificare i ruoli e le competenze necessari, ma anche capire quali sono le ambizioni e gli obiettivi di crescita dei dipendenti stessi.

Puntare sulle competenze interne è un segno di fiducia ed apprezzamento nei loro confronti.

Altra strada da prendere potrebbe essere quella di guardare all'esterno per trovare nuovi talenti. In tale ottica, è possibile muoversi secondo due logiche differenti. La prima consisterebbe nell'offrire formazione ai candidati e soluzioni personalizzate di sviluppo professionale nei confronti delle nuove generazioni, che porterà ad un aumento delle competenze e dei talenti, incrementando pari passo l'employer branding aziendale. Questo processo, pur avendo un ritorno nel lungo termine, non può sempre essere svolto. Molte volte il mercato richiede prontezza e capacità decisionale, che si acquista solo tramite esperienza. Proprio per questo nascono le società di ricerca e selezione del personale qualificato, con il focus di soddisfare le esigenze delle aziende clienti ed individuare figure professionali adatte a rispondere alle complessità dei cambiamenti.

Supporto Europeo

L'Italia, grazie ad un Accordo di Partenariato stipulato con la Commissione UE, ha ottenuto un finanziamento complessivo di circa 43,6 miliardi di euro dai Fondi UE, con una significativa parte destinata alla promozione della coesione economica, sociale e territoriale.

Questi fondi sono destinati a diversi scopi:

- Obiettivo Investimenti: oltre 41,150 miliardi di euro sono destinati alle regioni meno sviluppate, in transizione e più sviluppate, con una suddivisione dettagliata per ciascuna categoria;

- Obiettivo Cooperazione Territoriale: 951 milioni di euro sono assegnati a questo obiettivo;

- Fondo per la Transizione Giusta (JTF): Circa 1 miliardo di euro è interamente destinato alle regioni meno sviluppate.

Questa allocazione dei fondi, come abbiamo già sottolineato, è regolata da un Accordo di Partenariato, che definisce la strategia e le priorità per l'utilizzo di tali risorse.

Il confronto con l'Europa

La mancanza di competenze è un fenomeno che rientra non solo a livello nazionale italiano, ma sta avendo ripercussioni su tutta l'Europa.

Nel 2023, secondo Eurostat, il 54% delle Piccole e Medie Imprese (PMI) dell'Unione Europea ha segnalato che le difficoltà, da parte delle risorse umane, nel trovare dipendenti con le competenze giuste fosse uno dei loro problemi più gravi.

In questa analisi, la percentuale italiana di PMI che hanno difficoltà a individuare personale qualificato è del 58%, di poco sopra la media generale, ma allo stesso tempo un valore preoccupante.

Ecco una rappresentazione visuale dei punteggi di alcuni dei paesi dell'EU.

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Le ragioni di questi andamenti sono state riscontrate in due problematiche: la mancanza di candidati oppure la ridotta esperienza, qualificazione ed abilità da parte di questi.

Di seguito si evidenziano, per le stesse nazioni, i valori che indicano la difficoltà, da un lato, della scarsità dei candidati, ordinati dal più alto al più basso:

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Dall'altro i valori di mancata candidate experience, ordinati dal più alto al più basso:

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Il crescente problema delle carenze di personale e competenze è il risultato di diverse sfide interconnesse, sottolinea la Commissione europea. Negli ultimi dieci anni, queste carenze sono aumentate in tutti gli Stati membri principalmente a causa di cambiamenti demografici, della crescente richiesta di nuove competenze legate agli sviluppi tecnologici e delle sfide legate alle condizioni di lavoro.

Pertanto, investire nella formazione, nella riqualificazione e nelle attività di ricerca, volte alla preparazione delle persone per i lavori del futuro, è diventato un obiettivo prioritario per i leader aziendali e studi professionali.

Parallelamente, la popolazione in età lavorativa dell'UE è scesa da 269 milioni nel 2012 a 264 milioni nel 2021, con una prevista perdita aggiuntiva di 35 milioni di persone entro il 2050, secondo il rapporto "Analysis of Labour and Skills Shortages" di Business Europe. Questo rapporto evidenzia quindi una preoccupazione ed una mancanza di programmi educativi e formativi rispetto alle esigenze del mercato del lavoro, che va ad impattare anche sulle variabili demografiche e sulla crescita economica.

Le soluzioni a livello Europeo

La coesione economica, sociale e territoriale è uno dei principali obiettivi dell'Unione Europea (UE), che mira a ridurre il divario tra le regioni con diversi livelli di sviluppo, e supportare quelle più arretrate.

L'UE attua questa politica attraverso diversi fondi, tra cui: il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), destinato a contribuire alla correzione dei principali squilibri regionali esistenti nell'Unione; il Fondo sociale europeo Plus (FSE+), strumento dell'UE per investire nelle persone; il Fondo di coesione (FC), istituito per erogare contributi finanziari a progetti in materia di ambiente e reti transeuropee nel settore delle infrastrutture di trasporto; e il Fondo per la giusta transizione (JTF) strumento della politica di coesione 2021-2027, che mira a raggiungere la neutralità climatica dell'UE entro il 2050.

Le risorse della coesione per il ciclo 2021-2027 sono definite in coerenza con il Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (PNRR) e sono aggiuntive, mai sostitutive, rispetto alle normali fonti di finanziamento delle diverse politiche in capo a ogni Stato membro.

Basandosi sui dati raccolti dall'Unione Europea e sull'analisi delle tendenze del mercato del lavoro, emergono inoltre soluzioni chiave per affrontare le discrepanze tra competenze e occupazione a livello europeo.

Una tra queste è il miglioramento della raccolta ed utilizzo di informazioni sul mercato del lavoro per comprendere appieno le esigenze in evoluzione delle aziende e dei settori industriali, consentendo di sviluppare strategie di formazione e riqualificazione mirate per rispondere alla crescente domanda di competenze legate agli sviluppi tecnologici.

Per raggiungere un flusso di crescita di competenze positivo, un elemento cruciale deriva dalla collaborazione tra governi, aziende, istituzioni educative e altri attori del mercato del lavoro, volte allo sviluppo di soluzioni personalizzate, integrate e coordinate. Questo potrebbe includere la creazione di partenariati pubblico-privati per progettare programmi formativi che rispondano alle esigenze specifiche dell'industria e del mercato del lavoro locale.

Utilizzando questi approcci basati sui dati, l'Unione Europea può mitigare le sfide delle discrepanze tra competenze e occupazione e creare un mercato del lavoro più equo, inclusivo e adattabile alle mutevoli esigenze dell'economia moderna.

In Italia, tali interventi sono supportati anche da risorse nazionali, come il Fondo di Rotazione e il Fondo Sviluppo e Coesione, al fine di raggiungere gli obiettivi di riduzione degli squilibri economici e sociali, come stabilito dalla Costituzione italiana.

L'importanza di un'agenzia di ricerca e selezione del personale in Italia

Per affrontare questa sfida, abbiamo dunque visto che l'investimento nella formazione risulta fondamentale. Molte aziende ed organizzazioni difatti stanno adottando strategie di formazione interna, tramite i migliori professionisti, per garantire che i propri dipendenti acquisiscano le competenze necessarie e colmino le lacune professionali, ma non tutte le aziende possono permettersi modifiche sostanziali organizzative, dati i costi e le tempistiche elevate.

Rivolgersi ad agenzie specializzate nel processo di selezione del personale può essere una soluzione efficace.

Queste agenzie, come RED. Recruitment, sono esperte nel trovare talenti qualificati e adatti alle esigenze specifiche di ciascuna azienda cliente. Grazie alla loro vasta rete di contatti e alla loro esperienza nel settore, possono identificare rapidamente i candidati più adatti per ruoli difficili da colmare ed in settori con carenze di personale.

RED. Recruitment non solo aiuta le aziende a trovare i migliori talenti sul mercato, ma offre anche supporto nel processo di recruitment, garantendo che i candidati soddisfino non solo i requisiti tecnici, ma anche le esigenze che fanno riferimento alla cultura aziendale ed organizzativa dei propri clienti.

Facilitare il processo di recruiting, riducendo i tempi di ricerca di lavoro e garantire un'esperienza fluida sia per le aziende che per i candidati non è un vantaggio da sottovalutare.

Affidarsi a un'agenzia di ricerca e selezione del personale efficace come RED. Recruitment può essere un investimento prezioso per le aziende italiane che cercano di affrontare le sfide della crisi delle competenze e garantire la crescita e il successo nel mercato del lavoro contemporaneo.

Per maggiori informazioni sulla situazione del mercato del lavoro e servizio di ricerca del personale in Francia, potete consultare la pagina RED. Recruitment.